La Torcia Olimpica di Milano-Cortina 2026 attraverserà l’Italia in un lungo viaggio simbolico che unisce idealmente tutte le regioni del Paese. Partirà da Roma il 6 dicembre 2025, la fiamma rimarrà in movimento per 63 giorni, toccando tutte le 110 province italiane e percorrendo oltre 12.000 chilometri. Un cammino che coinvolge 10.001 tedofori – tra atleti, personalità dello spettacolo e figure di spicco della vita culturale – scelti per rappresentare i valori di inclusione, sportività e comunità. Il tour sta attraversando città e luoghi iconici del patrimonio nazionale, con momenti particolarmente simbolici come la tappa natalizia a Napoli e quella di Capodanno a Bari, fino ad arrivare a Milano il 6 febbraio 2026, giorno della Cerimonia di Apertura. In questo contesto, anche Prato accoglie la fiamma portando con sé l’entusiasmo di un territorio che abbraccia lo spirito olimpico e partecipa a un viaggio che è insieme festa, tradizione e unione del Paese.
Il 12 dicembre Prato vivrà uno dei momenti più simbolici del percorso verso Milano Cortina 2026: il passaggio della Fiamma Olimpica. Tra i protagonisti della tappa ci sarà Maria Caciotto, ex arbitro e figura attiva nel panorama sportivo, scelta per accompagnare il tragitto del braciere olimpico. Non è pratese, ma sulla nostra città e sulle aspettative del passaggio pratese del 12 dicembre ha le idee già chiare. L’abbiamo intervistata per raccogliere emozioni, significati e aspettative di un ruolo tanto speciale.
Come ha accolto la notizia del suo coinvolgimento nel percorso della fiamma olimpica?
«Quando ho ricevuto la notizia sono rimasta sinceramente emozionata. È uno di quei momenti inaspettati che ti riportano al senso più autentico dello sport: sentirsi parte di qualcosa che unisce e supera discipline, categorie e confini. L’ho vissuta come un enorme privilegio, un riconoscimento ai valori che cerco di portare avanti ogni giorno. Stupore, gratitudine ed entusiasmo si sono mescolati in un modo difficile da descrivere.»
Che significato ha, per lei, un’esperienza così simbolica?
«Accompagnare la fiamma è un momento di grande responsabilità e, insieme, un’occasione di riflessione. È un simbolo universale di pace, dialogo, rispetto e aspirazione al meglio di sé. Per me è l’invito a guardare al mio percorso con occhi nuovi. Sul piano personale porto con me tutte le persone e le scelte che hanno segnato la mia crescita; su quello professionale lo vivo come un segnale di fiducia verso il mio modo di raccontare e vivere lo sport in modo autentico.»
Come si sta preparando a questo appuntamento del 12 dicembre?
«Con una combinazione di concentrazione e serenità. Non esiste un vero “allenamento” per un’esperienza del genere, ma un’attitudine: essere presenti, consapevoli del significato del gesto. Sto studiando la storia dei Giochi e il percorso della fiamma. Il resto, credo, lo farà l’emozione del momento.»
Che valore attribuisce alla tappa di Prato e al rapporto tra sport e comunità locali? Cosa si aspetta dalla città?
«Essere parte della tappa di Prato ha per me un significato speciale. Ogni città attraversata dalla fiamma vive un momento di festa e riflessione collettiva, e Prato ha sempre saputo valorizzare il legame tra sport e comunità. La fiamma qui ricorda che lo sport non è solo dei campioni, ma delle scuole, delle associazioni, dei volontari, di chi lo vive ogni giorno come occasione di crescita. Mi aspetto una città curiosa, accogliente e partecipe. Spero che questa tappa possa accendere nei giovani un senso di appartenenza e ambizione positiva.»
Quali momenti del suo percorso sportivo l’hanno portata fin qui?
«Ogni tappa, anche la più complessa. Ho imparato a impegnarmi, rialzarmi, cambiare direzione quando necessario, affrontare gli ostacoli senza perdere la mia identità. Non è stato un percorso lineare, e proprio per questo lo considero prezioso. La somma di queste esperienze, più che un episodio in particolare, credo abbia dato significato alla mia candidatura.»
Qual è il messaggio che vorrebbe trasmettere ai giovani?
«Vorrei dire loro che lo sport è più grande di risultati e competizioni: è un linguaggio universale che insegna a conoscersi e rispettare gli altri. Non bisogna temere strade non convenzionali, né cambiare percorso quando la vita lo richiede. I momenti difficili non cancellano il valore di una persona: spesso aprono nuove possibilità. La fiamma olimpica rappresenta proprio questo: un fuoco che resiste, anche quando il vento cambia.»












