Tensione attorno al Prato: tifosi in rivolta e futuro societario incerto

Nella notte in diversi luoghi della città sono stati affissi striscioni contro il presidente Commini: il quadro societario è ancora poco chiaro

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Il clima intorno al Prato resta incandescente, con la frangia più accesa della tifoseria che continua la contestazione nei confronti del presidente Stefano Commini. Nella notte tra il 3 e il 4 giugno, nuovi striscioni con messaggi inequivocabili sono comparsi in diversi punti della città: gli ultras chiedono a gran voce la cessione della società. Questo nuovo segnale di protesta arriva a un mese di distanza dalla pesante contestazione del 4 maggio scorso, quando la gara tra Fiorenzuola e Prato fu sospesa a causa del lancio di petardi e fumogeni da parte dei tifosi lanieri. Un episodio che è costato caro alla società: una multa e la squalifica per una giornata dello stadio Lungobisenzio.

Oltre al dissenso dei tifosi, a rendere più incerto il futuro del club è la situazione economica. Con il termine per le iscrizioni al prossimo campionato di Serie D sempre più vicino, resta da chiarire se il Prato sia in regola con i pagamenti verso dipendenti e tesserati, condizione indispensabile per l’ammissione. Dal canto proprio, il presidente Commini ha più volte ribadito la disponibilità a cedere il club, ma manca ancora un compratore concreto. Secondo alcune voci che circolano tra i tifosi, una cordata di imprenditori, potenzialmente composta da alcune decine di soggetti, sarebbe al lavoro su un progetto di acquisizione. Tuttavia, ad oggi, nulla è stato formalizzato e il tempo stringe.