Da una parte una squadra che non ha niente da chiedere al campionato. Dall’altra una formazione che, portando a casa i tre punti, potrebbe miracolosamente giocarsi la salvezza ai playout dopo esser stata per mesi in zona retrocessione diretta. Ultimi 90′ del girone E di serie D da non sottovalutare per il Prato, che domenica 5 maggio alle 15 andrà a far visita al San Gimignano, terzultimo in classifica con 35 punti ma ancora in corsa per rimanere sotto la forbice di 8 punti e giocarsi l’appendice di stagione con le dirette concorrenti alla permanenza in categoria. “Andremo a San Gimignano per fare la nostra partita. E’ chiaro che le motivazioni pendono dalla parte dei nostri avversari, ma non voglio fare figuracce – spiega Alessio De Petrillo, allenatore della formazione biancazzurra -. In un momento diverso del campionato il nostro tasso tecnico ci avrebbe garantito di partire con un certo vantaggio, ma nell’ultima partita della stagione contano gli stimoli. Anche per i giocatori concludere al meglio la stagione sarebbe un bel segnale per il futuro”.

Il Prato per questa ultima partita della stagione dovrà però fare i conti con qualche assenza rilevante. Non ci sarà di sicuro lo squalificato Piroli e anche Tomi non è riuscito a recuperare dall’infortunio che lo aveva fermato la scorsa settimana. Acciaccati pure Moreo e Fofana, con quest’ultimo che non dovrebbe figurare fra i convocati. Spazio quindi a chi ha giocato meno. Nell’abituale 3-5-2 del Prato in porta andrà Fontanelli. In difesa, assieme a Quinto e Sciannamè, si rivedrà il giovane Ghimenti, mentre Bassano tornerà sulla corsia mancina. A destra dovrebbe andare Bazzoffia, a meno che il tecnico non decida di schierarlo in avanti, considerate le non perfette condizioni di Surraco (l’alternativa sulla fascia è Marini). In mediana Gargiulo, Carli, Kouassi e Toccafondi lottano per tre maglie da titolare, mentre davanti dovrebbe esserci sicuramente spazio per Rozzi.  A dirigere il match sarà Cosimo Delli Carpini di Isernia, coadiuvato dai due assistenti Matteo Besozzi di Sondrio e Andrea Gatti di Gallarate.

credit foto Marianna Pierallini