Cessione Prato, la mancata risposta di Commini porta al passo indietro della cordata

Stop al dialogo tra la cordata e il presidente del Prato: non è arrivata la risposta di Commini alla manifestazione d'interesse

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Nei giorni scorsi si era a lungo parlato dell’interesse di una cordata di imprenditori pratesi per rilevare la società laniera e rilanciarne le ambizioni dopo annate molto complicate. Una trattativa che però si è arenata definitivamente nella giornata di ieri, 17 giugno, quando il gruppo di imprenditori ha fatto pervenire una Pec il cui succo recita: “In assenza di una vostra disponibilità a trattare e considerati i tempi stretti, l’interesse del gruppo che rappresento è venuto meno”. Ma cos’è successo nei giorni scorsi? Bisogna tornare quanto meno al 12 giugno, quando la stessa cordata fece arrivare a Commini una “loi”, ovvero una lettera d’intenti non vincolante, chiedendo un’esclusiva di dieci giorni per analizzare la documentazione e, con essa, il quadro dei conti societario, con la precisa richiesta di acquistare un club pulito da ogni tipo di debito.

Come spiegato alla Nazione, Commini non ha però risposto alla “loi”, sottolineando come, secondo il suo punto di vista, non ci fosse reale volontà della cordata nel portare in fondo la trattativa. Una mancata manifestazione di fiducia, potremmo dire, che ha conseguentemente portato il poule di imprenditori a fare il già menzionato passo indietro. La situazione in casa Prato rimane quindi ferma al punto di partenza, con la differenza che il tempo a disposizione è sempre meno e ben presto Commini dovrà fare i conti con le scadenze federali per poter iscrivere la squadra biancazzurra al campionato di Serie D.