Intervistata nel podcast di TuttoPrato la presidente ed imprenditrice Asmaa Gacem ha parlato di passato, presente, ma sopratutto futuro del suo Ac Prato.
In primis l’argomento è stato il Lungobisenzio che è evidente stia stretto alla tifoseria laniera che viene dal sold-out di domenica scorsa nella bella vittoria con il Ghiviborgo. «Lo stadio attuale ci sta ormai molto stretto – afferma Asmaa Gacem -. Anche se stiamo lavorando per arrivare a 3.000 posti, non basterà. La nostra realtà merita di più».
La presidente va nella direzione di abbandonare vecchi progetti oppure ipotesi basate su ampliamenti di poche migliaia di posti come 5.000. Preferisce puntare su uno stadio guardando al futuro: «Per legge dobbiamo riservare il 10% della capienza agli ospiti. Perché non immaginare che almeno il 10% della nostra popolazione voglia venire allo stadio? Questo significa pensare a impianti da 10.000, 15.000, magari 20.000 spettatori».
Gli esempi da seguire sono chiari secondo Gacem: «Guardate il Como, se si deve investire davvero, tanto vale farlo bene. Uno stadio da 15.000 posti, coperto e costruito secondo i criteri della Serie A. Non perché dobbiamo andarci subito, ma perché così siamo pronti a tutto e diamo un impianto adeguato alla nostra popolazione».
Poi è arrivato il momento delle collaborazioni, la prima quella con Dubai City: «Non è marketing e non ci sarà soltanto la Dubai City. Stiamo lavorando a collaborazioni con altre squadre, non solo negli Emirati Arabi ma anche in altri Paesi. Non voglio ancora dire quali, ma i progetti ci sono».
Secondo la presidente sono tutte importanti occasioni per far conoscere la sua squadra all’estero: «Lasciare la nostra maglia, la nostra bandiera fuori dai confini: è molto importante. All’estero conoscono la Fiorentina e l’Empoli, ma Prato è una città significativa e merita visibilità».
Inoltre sono collaborazioni che non escludono la parte tecnica: «Una partnership fuori dall’Italia, fino a poco tempo fa, era impensabile. In Serie D possiamo avere solo due giocatori extracomunitari: pochissimi. Ma se iniziamo a lavorarci per tempo, potremmo ottenere prestiti importanti da campionati esteri. Sarebbe utile per il livello tecnico e per lo scambio culturale, oltre che per l’immagine della società».
Infine, Gacem parla della gestione tecnica e dello staff: «La scelta di Venturi non era scontata. Non è il primo allenatore che abbiamo visto, ma con lui c’è stato un feeling diverso. È venuto in ritiro con soli sette giocatori, e questo in una piazza così è tanta roba. Ha affrontato difficoltà importanti e gli va dato atto di averci creduto».
La presidente evidenzia le difficoltà iniziali: «All’inizio mancavano giocatori chiave, ci sono stati infortuni e spesso non siamo stati al completo. Creare una squadra e trovare la quadra non è mai semplice».
Un merito va anche allo staff e al direttore sportivo Gianluca Berti: «Trovare giocatori validi non è stato facile con la stagione già avviata, ma abbiamo costruito un gruppo che crede nel progetto con giocatori forti, tutti bravi e che si sostengono a vicenda». «Il sogno di ogni squadra, da Serie D a Serie A, è avere un gruppo coeso, dove non conta chi fa gol o para, ma la squadra nel suo insieme. E noi, già quest’anno, abbiamo visto che questo sogno può diventare realtà. Sono veramente soddisfattissima», conclude Gacem.












