Una vita passata a immaginare ricette e a rispecchiare la tradizione culinaria, a mettere a tavola a pranzo e cena, festivi e feriali, migliaia di clienti desiderosi di respirare un clima da pasto in famiglia. Una passione che si è addirittura trasformata in un marchio, ‘Sora Vassoia’ per quel gesto caratteristico di portare da una stanza all’altra i vassoi con la pasta fatta a mano. Un gesto che ha poi dato il nome al ristorante di Oste, diventato punto di riferimento sul territorio.
Tanti anni dopo, però, per Gianluca Menicacci e per la moglie Fiorenza è arrivato il momento della pensione, del ricambio generazionale, che però non potrà avvenire all’interno della famiglia. Da qui la decisione di rendere pubblica la scelta di cercare qualcuno che possa rilevare l’attività, con un iniziale periodo di affiancamento, così da non disperdere la conoscenza e l’eredità dello storico ristorante. “Per anni abbiamo offerto un servizio totale, lavorando anche di domenica e festivi – spiega Menicacci, oste vecchio stampo, che conosce uno ad uno i clienti del locale -. Adesso le forze sono minori, i nostri figli hanno trovato altre strade e quindi cerchiamo qualcuno che possa continuare a portare avanti la storicità del ristorante. Questo è un posto che ha sempre fatto della pasta fresca e della qualità il proprio punto di forza. Una cucina fatta come se si fosse a casa propria. Un valore aggiunto senza prezzo. E poi io nel mio piccolo ho cercato di essere un buon oste. Adesso immaginare di vedere disperso tutto questo patrimonio diventa un grande dispiacere. E allora cerchiamo qualcuno da affiancare per poi arrivare al naturale passaggio di consegne”.
Per capire cos’è stata Sora Vassoia per il territorio basta tornare indietro al 5 settembre 2017. Arriva una telefonata come tante, per fissare un tavolo per 8 persone. All’ora di pranzo all’ingresso del locale di via Oste si presenta il premio Oscar Roberto Benigni, assieme sorelle e nipoti. “Si presentò con gentilezza e io subito risposi: sono io che mi devo presentare, lei la conoscono in tutto il mondo – ricorda Menicacci -. Fu molto alla mano, una bellissima esperienza, che abbiamo voluto incorniciare in un quadro all’ingresso del ristorante. Da quella volta la famiglia Benigni è tornata in altre due circostanze da noi. Una bella soddisfazione”.
