Il suo debutto in serie A è stata una delle poche luci in un pomeriggio che ha lasciato ai tifosi viola soltanto rammarico e amarezza per una partita tutt’altro che entusiasmante disputata contro il Torino. Eddy Nda Konan Kouadio, pratese classe 2006, cresciuto sui campi della Galcianese e del Tobbiana 1949, ha fatto il suo ingresso nel calcio che conta grazie a mister Pioli che al 46’ minuto l’ha mandato in campo al posto di Comuzzo.
Nato e cresciuto a Prato, Eddy Nda Konan Kouadio ha militato per i primi anni della sua carriera nella Galcianese, per poi trasferirsi in seguito al Tobbiana 1949, dove il suo talento è esploso del tutto. Dotato di un fisico imponente e di grande velocità, occupa la posizione di difensore centrale, proprio quella in cui ha esordito lo scorso sabato.
Per conoscerlo meglio abbiamo parlato con Luca Paoletti, ex Ds della Tobbianese che ha seguito da vicino la crescita del ragazzo e il suo trasferimento alla Fiorentina.
“La prima cosa che mi viene in mente pensando a Eddy – dice – è la sua grande umiltà, caratteristica rara da trovare in ragazzi che entrano nel professionismo così giovani. E’ sempre stato circondato da un ambiente sano, sia a livello familiare che a livello societario, nessuno lo ha mai forzato a fare il passo più lungo della gamba e lui con pazienza ha saputo mettersi nelle situazioni giuste e aspettare il suo momento.”

Parlando dell’inizio della sua avventura alla Viola aggiunge: “Basti pensare che il primo anno in under 16 alla Fiorentina ha giocato solo 30 minuti – dice -. Molti ragazzi avrebbero mollato spazientiti dal poco spazio concessogli dall’allenatore. Lui invece ha dimostrato il suo valore allenamento dopo allenamento, arrivando poi a diventare una colonna portante della squadra Primavera che lo scorso anno ha raggiunto la finale scudetto contro l’Inter. Ha sempre dimostrato di avere qualcosa in più degli altri, ma a queste doti ha sempre affiancato tanto duro lavoro, fondamentale per emergere. La scelta di Pioli di farlo esordire da inizio secondo tempo e non per i minuti finali della partita è un chiaro segnale del fatto che la fiducia dell’allenatore se la sia guadagnata col sudore, dimostrando quanto vale”
Per Eddy questo è senza dubbio un punto di partenza, e non uno di arrivo, un ragazzo con i piedi per terra e con tanta passione, al quale non possiamo far altro che augurare buona fortuna per quella che, se continua così, sarà una grande carriera.
Tommaso Landi