La Maratona di New York non è solo una corsa. È un viaggio dentro se stessi, un traguardo che racconta la fatica, la passione, la disciplina. Per Stefano Luccisano, imprenditore pratese, CEO di Macoev, azienda di consulenza che offre soluzioni tecnologiche innovative alle imprese e da ottobre nuovo presidente di Prato Futura, quella corsa è stata molto più di 42 chilometri. È stata una metafora della sua vita professionale e personale.Non è la prima volta che Luccisano ricopre ruoli di rilievo nel mondo associativo: è stato infatti Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Toscana, esperienza che gli ha permesso di confrontarsi con i temi della crescita, dell’innovazione e della formazione delle nuove generazioni di imprenditori.
“La Maratona di New York è sempre stata un sogno. Correre lì significava celebrare un percorso fatto di sfide quotidiane. Come persona con diabete di tipo 1, ogni corsa è un equilibrio tra tecnologia, ascolto del corpo e determinazione.”
Luccisano ha preso parte all’edizione 2025 della Maratona di New York, corsa il 2 novembre, insieme a oltre 50.000 partecipanti provenienti da 150 Paesi. Una giornata di sole e vento leggero, ideale per correre, con la città trasformata in un fiume di energia e applausi.
Parole che raccontano bene l’approccio di Luccisano, abituato a gestire ogni sfida con metodo e visione. Anche la preparazione alla maratona, infatti, è stata una lezione di organizzazione e di efficienza, in perfetto stile imprenditoriale.
“Nel mio lavoro, l’efficienza nasce dai dati: ho applicato lo stesso principio agli allenamenti, monitorando glicemie, carichi e performance con strumenti digitali. Correre mi ha aiutato a mantenere equilibrio mentale e lucidità nelle decisioni aziendali.
”La corsa come palestra di resilienza, ma anche come metafora di impresa. Non mancano i momenti difficili, come il “muro” del Queensboro Bridge, quando le gambe bruciano e il corpo chiede di fermarsi e quelli indimenticabili, come l’ingresso in Central Park, dove ogni fatica trova finalmente un senso.
“È lì che ti rendi conto che ogni passo, ogni rinuncia, ogni corsa al buio ti ha portato a quel momento. È la sintesi di un percorso umano e professionale.”
Per Luccisano, sport e impresa condividono la stessa essenza: visione, resilienza e capacità di adattamento.
“Nel running come nel business, non puoi controllare tutto. Devi imparare ad ascoltare, ad aggiustare il ritmo, a gestire l’imprevisto. Il diabete mi ha insegnato che la disciplina non è rigidità, ma equilibrio dinamico tra pianificazione e flessibilità.”
Dalla maratona, Stefano ha portato a casa soprattutto gratitudine: verso la tecnologia che gli permette di vivere e correre con sicurezza, verso la sua squadra, e verso se stesso. Ma non si ferma qui: il prossimo obiettivo è trasformare la corsa in un progetto sociale.
“Nel 2026 voglio correre dedicandomi a una giusta causa, portando i valori positivi dello sport per il diabete di tipo 1: impegno, conoscenza, condivisione e speranza. Voglio dimostrare che la tecnologia e la determinazione possono trasformare una condizione cronica in un punto di forza.”
Se dovesse riassumere tutto in una parola, Luccisano non ha dubbi: connessione.
“Con me stesso, con la comunità, con migliaia di sconosciuti che corrono verso lo stesso sogno. Ma anche con la tecnologia, che mi accompagna ogni giorno e mi permette di vivere una vita normale. È il simbolo perfetto di come umanità e innovazione possano correre insieme.”
Stefano è tornato a Prato con una medaglia al collo e tante storie nel cuore. La sua corsa a New York non finisce al traguardo: continua ogni giorno, tra innovazione, persone e futuro. Perché in fondo che si tratti di sport o d’impresa correre è un modo per credere che ogni passo possa cambiare qualcosa.

















