Filippo Magni saluta i Dragons e il basket

Classe '93, il lungo pratese figlio d'arte dice "basta" a causa di impegni familiari e lavorativi

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Filippo Magni, per tutti il “bomber”. Soprannome ereditato fin dai suoi primi passi ai Dragons, mantenuto anche nel suo peregrinare da Livorno a Montale, da Vaiano a Pescia. Una carriera ricca di soddisfazioni. Ha lasciato il segno ovunque, proprio come faceva papà Luca sempre presente in tribuna dopo una vita passata a far canestro ovunque sia stato. Classe 1993, ci sarebbero eccome i margini per proseguire alla grande, ma Filippo ha detto basta. Impegni familiari e professionali, qualcosa c’era da tagliare ed ecco che la scelta, con grande dolore, è caduta sul basket.

Molto emozionato, come non lo era in campo dove la freddezza lo ha reso un terminale offensivo di prim’ordine, parte subito a sottolineare cosa rappresenti la palla a spicchi per lui. “Il basket è stata ed è una parte importante della mia vita, i miei tanti amici provengono da lì e con loro ho creato un legame solido, particolare, spesso e volentieri quasi indissolubile“. Carriera lunga, iniziata dove è nato: “La mia attività parte dalla Pallacanestro Prato 2000 dove ho fatto tutta la trafila, per poi arrivare in B2 dove ho debuttato alle Toscanini contro la Fortitudo Bologna, alla presenza della Fossa dei Leoni. Feci un 2/2 dalla lunetta, una serata indimenticabile contro una squadra storica”.

Una serata quel 27 ottobre 2011 (era un turno infrasettimanale) che racconta ancora con nostalgia il presidente di allora, Alessandro Capaccioli, il cui cruccio fu quello di far conoscere la Prato dei canestri ad una realtà così importante come quella fortitudina in una cornice limitata come la palestra Toscanini (il tempo nel mentre è trascorso e a Prato si gioca sempre lì). “Quello fu il mio esordio – prosegue Magni – che mi consentì di rimanere nel giro della prima squadra. Retrocedemmo in C2 per nostra scelta perché non potevamo più sostenere la B. Decisi poi di fare qualche esperienza fuori, come a Pescia. Bellissima l’avventura a Vaiano dove si salì dalla C2 alla C1, anche se poi non fu fatto il salto di categoria sempre per problemi economici. Quelli a Montale con coach Tonfoni e coach Angella sono stati anni da ricordare, come la stagione alla PL Livorno in una società super e una tifoseria meravigliosa: purtroppo arrivò il covid e l’esperienza si interruppe in corsa”. Gli ultimi anni sono stati di nuovo sotto il segno rossoblù: “Sono tornato a Prato in questi ultimi 5 anni, una società che è stata una famiglia per me, con giocatori ai quali sono legatissimo, come i ‘pratesi’ Smecca, Staino, Pacini, Manfredini, Marini e anche con Danesi e Navicelli che facevano parte del primo gruppo. Ecco, lasciare tutto questo è la cosa che più mi dispiacerà, ne sono sicuro”.

Arriva però il momento dello stop e Filippo Magni lo giustifica così: “E’ stata una carriera che mi ha coinvolto molto, tanto impegno che mi  ha permesso di trovare persone con cui ho sviluppato grandi amicizie. Sono contento del percorso fatto. Adesso però devo fermarmi. Non so quanto, può essere un arrivederci o un addio però per motivi familiari con la nascita di mio figlio ed impegni lavorativi che già quest’anno mi avevano fatto saltare qualche partita devo lasciare qualcosa. A Prato però siamo riusciti a costruire una base importante e questo mi rende meno triste. E’ stato creato uno spirito di appartenenza, grazie anche al lavoro del gruppo pratese. Le Toscanini purtroppo sono piccole ma averle sempre riempite è un motivo d’orgoglio”. 

C’è anche il rammarico di due finali perse: “Nel 2023 e 2025 siamo riusciti ad andare in finale e questo è stato un traguardo bellissimo, perché non è facile arrivarci. Perderle però mi ha lasciato tanta amarezza, da tifoso dell’Inter mi sembra di aver ripercorso il solito epilogo dei nerazzurri in Champions: bellissimo il cammino ma quando arrivi in fondo e perdi rimani male. Peccato perché Prato merita di stare in campionati più importanti, una B interregionale almeno, per il bacino che ha. Personalmente non sono contento di questa scelta che ho dovuto fare, non avrei voluto smettere però si apre ora un nuovo capitolo della mia vita, può essere un arrivederci ripeto. Chissà”.

Filippo fa parte della seconda generazione di giocatori della famiglia Magni. Luca è stato grande protagonista, a Prato sponda Samarreda e Polistrade e pure in provincia con Vaiano. “Sarà un duro colpo anche per la mia famiglia che mi segue da quando gioco, ovvero da quando avevo 7 anni. Mio babbo rappresenta una istituzione per questo sport e portare avanti questo nome per me è stato un onore ma anche un onere, spero di esserci riuscito e almeno come dato oggettivo della media punti non posso lamentarmi ed in più ho davvero dato tutto”. Una famiglia che dal 1980 segue il basket ovunque, con nonni Paolo e Paola sempre presenti sui gradoni: “Avranno l’opportunità di seguire l’altro nipote, Tommaso Pacini, a conferma di quanto basket ci sia nella nostra famiglia. Anche mamma Sandra mi ha seguito con affetto al palazzetto. Sarà un dispiacere anche per loro ma adesso non posso proseguire. Faccio un grande in bocca al lupo ai ragazzi per la prossima stagione, li rivedrò, anche solo per allenarmi e tenermi in forma. Prato ha bisogno di crescere nello sport, la città e i tifosi lo meritano. Spero che il basket prima o poi decolli davvero anche perché questo gruppo di giocatori è davvero forte”.