“Assolto perchè il fatto non sussiste. Avrei voluto fosse questo il finale. Non è andata proprio così. Il fatto è esistito e, come mia abitudine, mi sono preso tutte le responsabilità, sia davanti alla Squadra che di fronte a tutta la Società. Una verità mai raccontata compiutamente è che tutti possono sbagliare, come è successo al dirigente da noi incaricato. Si dice: ‘chi non fa, non falla’. Ma se la colpa fosse rimasta circoscritta all’errore commesso, non avremmo subito le conseguenze che invece si sono verificate. Purtroppo, queste ultime sono state incalcolabili — sia in termini economici che sportivi — e impedirle è stato impossibile per il semplice fatto che si è tentato di falsificare la realtà dei fatti. Una cosa lontanissima non solo dal mio modo di vivere lo sport, ma soprattutto dal mio modo di vivere la vita: con rettitudine, con lealtà verso gli altri e verso le istituzioni tutte.
Quel che rimane è una profonda delusione. La delusione, purtroppo, non si può spiegare: è qualcosa che nasce nel profondo, non porta con sé rabbia né rancore, né lascia spazio ad altri sentimenti. È una sconfitta silenziosa, che affonda le sue radici in una fiducia tradita, nel voltafaccia di qualcuno, o di qualcosa, in cui avevamo creduto davvero. Nella vita ci sono cose che ti cerchi ed altre che vengono a cercare te. Non le hai scelte, e spesso non le vorresti. A quel punto puoi decidere: fuggire oppure affrontare le difficoltà con determinazione. Ed è proprio lì, in quella scelta, che si misura la tua forza. Alcune vittorie non portano trofei, ma restano nell’anima: sono quelle giornate in cui avresti voluto premere il tasto off, smettere, e invece hai continuato. Quelle notti, spesso insonni, in cui ti sei promesso che non avresti mollato… e non l’hai fatto.
Ma ogni passo, ogni respiro, ogni scelta, ha avuto un filo invisibile che l’ha reso possibile: le tante persone che mi sono state accanto in questi 183 interminabili giorni. Un ringraziamento sincero e profondo alla mia famiglia – a mia moglie Tania e alle mie figlie Elisa e Giulia – ai miei inseparabili amici Fausto e Giuseppe e all’ultimo, importantissimo arrivato, Mattia.
Adesso è il momento di andare avanti, di rimetterci in cammino. Perché la verità, alla fine, resta sempre in piedi. Perché il valore di ciò che siamo non si misura dagli errori commessi, ma da come scegliamo di rialzarci. E perché, nonostante tutto, io so di aver camminato a testa alta, con la coscienza pulita e il cuore sempre dalla parte giusta”.
Il Presidente
Zenith Prato S.S.D. a R.L.
Carmine Valentini