Dal tennis al padel: la scalata di Giulia Cascapera, oggi tra le migliori d’Italia

Ex tennista, è al numero 13 in Italia nel ranking di padel: la storia dell'atleta pratese è fatta di passione, sacrifici e una nuova sfida sportiva.

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Giulia Cascapera in azione durante un torneo
Giulia Cascapera in azione durante un torneo

Dal silenzio concentrato dei campi da tennis al ritmo veloce e avvolgente del padel. La storia di Giulia Cascapera è quella di una sportiva che non ha mai smesso di mettersi in gioco. Dopo una lunga esperienza nel tennis, la pratese ha trovato nel padel una nuova passione, trasformandola presto in risultati di alto livello: oggi è la numero 13 in Italia, un traguardo che racconta di talento, lavoro e determinazione.

La storia sportiva di Giulia nasce nel tennis. Come è scattata la scintilla e quali sono i ricordi che porti di quel periodo?

 «In realtà è nata per caso. Il nonno di una bambina che veniva all’asilo con me era socio di un circolo e a settembre ci portò a fare le prove gratuite di tennis e da quel momento è nata la mia passione che poi mi ha portato a giocarci per 17 anni. Il ricordo più bello senza dubbio è giocare le pre-qualificazioni in doppio al Foro Italico di Roma nel torneo degli Internazionali BNL d’Italia».

C’è un match, un risultato o un’avversaria che è rimasta nel cuore?

«Un’avversaria che mi è rimasta nel cuore è sicuramente Jasmine Paolini (attualmente n. 8 al mondo), con la quale ho giocato anche diversi campionati a squadre per la Toscana. Ho avuto la fortuna di averla sia in squadra che come avversaria»

Quando e come è avvenuta la scoperta del padel?

«Ho scoperto il padel per caso, nel circolo in cui lavoravo come maestra di tennis. Durante il periodo del Covid hanno costruito tre campi da padel e da lì ho iniziato a giocarci, ma raramente, e a dire la verità non mi appassionava più di tanto: ero molto “fedele” al tennis inizialmente».

Cosa ha reso affascinante questa disciplina rispetto al tennis? Ci sono state più difficoltà tecniche o mentali nel cambio di sport?

«All’inizio ho trovato molta più difficoltà a livello mentale, perché l’idea che quando la palla ti superava non era finito il punto è la cosa più difficile da capire e assorbire inizialmente per chi viene dal tennis. Poi con il passare del tempo anche a livello tecnico, perché determinati colpi, soprattutto dall’alto, nel tennis non ci sono».

Oggi numero 13 in Italia: cosa rappresenta questo traguardo?

«Beh sicuramente rappresenta un bel traguardo che onestamente nemmeno pensavo di raggiungere. Sono una persona molto agonista e competitiva quindi mi piace mettermi in gioco e pormi degli obiettivi da raggiungere. Non sempre è facile e sicuramente ci vuole tempo e volontà».

Qual è stata la vittoria più significativa nel padel fino ad oggi?

«La vittoria più importante non saprei, sicuramente il raggiungimento della prima semifinale in un FIP (torneo internazionale) e il raggiungimento della finale nel campionato a squadre della Serie A con il Centro Padel Firenze».

Quanto conta il lavoro fisico e mentale negli allenamenti?

«Il lavoro fisico conta tantissimo come in tutti gli sport, anche perché da un certo livello in poi anche la parte fisica fa la differenza oltre a quella mentale. Arrivi ad un certo punto che per essere un vero atleta o professionista devi avere: fisico allenato, testa sempre a focus, tecnica e tattica. Tutte e quattro sono collegate, non ne può mancare nessuna se vuoi fare la differenza».

Quali obiettivi per il futuro: Top 10 in Italia, competizioni internazionali?

«Gli obiettivi ci sono sì, magari entrare nelle prime 10 e poi se uno deve sognare, sogna di indossare la maglia della nazionale. Credo che sia la cosa più ambita per uno sportivo».

Il padel è diventato un fenomeno sociale oltre che sportivo, qual è il segreto di questo successo?

«Si credo che la forza del padel è che sia uno sport per tutti, è capace di unire persone e di farle divertire fin da primo momento. Cosa che nel tennis è molto molto difficile».

In che stato di salute è il padel in Italia?

«In Italia credo che ci sia bisogno di ragazzi giovani per far crescere questo sport, ancora siamo un po’ acerbi ma credo che fra 10 anni magari l’Italia possa sfornare giovani campioni come fa da tantissimi anni la Spagna o l’Argentina».

La storia di Giulia Cascapera è un esempio di come nello sport si possa sempre ricominciare, cambiare strada e ritrovare nuove motivazioni. Da tennista a protagonista del padel, il suo percorso racconta la forza di reinventarsi e di credere nei propri sogni, con orgoglio pratese.